Alfabetizzazione mediatica a Helsinki – Giorno 1
A cura di Valentina Bocchino
La Finlandia è uno dei Paesi in cui i cittadini nutrono il più alto tasso di fiducia nei media: secondo il Digital News Report 2023 di Reuters, il 69% della popolazione, infatti, si fida dei mezzi di informazione finlandesi. La percentuale più alta dei 46 Paesi presi in esame: un dato molto significativo se si pensa che in Italia è appena del 34%, sempre secondo la stessa fonte.
Ma per spiegare le ragioni di questo successo è necessario studiare i diversi aspetti della società finlandese: dall’istruzione al livello di alfabetizzazione mediatica, dalla qualità del giornalismo all’intensa attività di fact checking, senza dimenticare la storia del Paese e la recente alta attenzione nei confronti della propaganda che arriva – soprattutto dalla Russia – da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina.


L’ALFABETIZZAZIONE MEDIATICA FIN NELLE SCUOLE
Il nostro viaggio di formazione internazionale Erasmus+ con l’Ordine dei Giornalisti della Liguria, dal 7 al 12 aprile 2025, inizia proprio prendendo in esame il tasso di alfabetizzazione mediatica – il più alto d’Europa da anni secondo un’indagine di Osis, mentre l’Italia è al 24esimo posto – con una prima tappa al Ministero della Cultura, uno dei dicasteri che si occupano di comunicazione.
Uno dei punti più importanti è rappresentato dall’istruzione: da almeno vent’anni la Finlandia presta un’attenzione speciale ai media nelle scuole, fin da quando i bambini sono molto piccoli, con programmi ministeriali appositi. Nell’offerta formativa non ci sono veri e propri corsi di alfabetizzazione mediatica perché è considerato un percorso trasversale e multidisciplinare, da affrontare nello studio di diverse materie.
Si inizia da piccoli con una grande attenzione nei confronti dei libri e il grande contributo delle biblioteche civiche – definite come un vero “presidio di democrazia” – e si procede fino a parlare esplicitamente di media e verifica delle fonti nelle ultime classi della primaria, e poi fino alla maggiore età. Tutti gli insegnanti sono coinvolti: finlandese e filosofia per la discussione dei fatti più attuali, matematica per l’analisi di sondaggi e statistiche, storia con una particolare attenzione alla conservazione della memoria e così via.
Ma come si informano i giovanissimi? Anche in Finlandia tramite i social media, specialmente Tiktok ma, secondo i monitoraggi del ministero, apprezzano in particolare i profili delle testate tradizionali e di quelle native del web (come Geopop in Italia, per fare un esempio). Sanno dunque in buona parte riconoscere i contenuti prodotti da professionisti dell’informazione.
Non c’è comunque solo attenzione nei confronti delle nuove generazioni: l’alfabetizzazione mediatica, specie con lo sviluppo delle nuove tecnologie e dell’IA, è una sfida rivolta anche nei confronti della popolazione più anziana. Per questo la “media education” per rispettare gli standard ministeriali dev’essere “comprensibile, di alta qualità e sistematica”.
“La cura è l’educazione – ci ha detto Silja Hakulinen del Ministero della Cultura – con solide basi è più difficile incorrere in fake news”.
LA FIDUCIA NELLE AUTORITÀ
Quel che salta quasi subito all’occhio, sentendo parlare Hakulinen, è l’alto tasso di fiducia dei cittadini non solo nella stampa ma anche nelle istituzioni, un percorso che va di pari passo.
Tra le chiavi del successo del sistema finlandese, secondo il ministero, c’è un’attenzione all’alfabetizzazione mediatica che dura ormai da molti anni e un’alta fiducia nelle autorità.
In Finlandia, secondo Hakulinen, “lo Stato è forte” e il senso delle istituzioni è ben radicato, ma è pur vero che per sua stessa ammissione “avere una popolazione di solo cinque milioni di cittadini aiuta”.
NON È TUTTO ORO QUEL CHE LUCCICA
Anche la Finlandia si trova comunque a dover affrontare diversi problemi: sebbene sia un Paese in cui gli “anticorpi” della qualità dei media per ora funzionano, anche qui le testate tradizionali stanno affrontando difficoltà economiche (principalmente dovute al fatto gli utenti sono stati abituati all’informazione online gratis e dunque non sono più inclini a pagarla), la rete tv nazionale sta licenziando personale, il turnover è limitato e si parla sempre più spesso di tagli nei fondi dei programmi di alfabetizzazione mediatica nelle scuole.
Tra le conseguenze, a causa della carenza di personale, anche qui ci sono sempre meno giornalisti specializzati, le redazioni sono sempre meno numerose e si trovano a dover affrontare carichi lavorativi sempre maggiori. Tutto questo oltre ai problemi sentiti a livello internazionale come il cosiddetto effetto “bolla di filtraggio” a opera degli algoritmi dei social network.
Anche per questo l’attività di fact checking è ritenuta particolarmente preziosa e fioriscono le realtà che si occupano di contrasto alle fake news, come abbiamo potuto constatare nelle giornate successive.
MTV: LA GUERRA UCRAINA-RUSSIA RACCONTATA DALLA TV FINLANDESE
Abbiamo poi visitato Mtv, una delle reti televisive private più seguite in Finlandia. I colleghi finlandesi ci hanno spiegato che la tv – che solitamente ha inviati in tutto il mondo – ha ritirato i corrispondenti da Mosca per motivi di sicurezza. Vale la pena ricordare che, attualmente, il confine tra Finlandia e Russia, lungo 1.340 km, è chiuso: “È difficile – ci hanno detto – ma essenziale cercare di spiegare in maniera semplice e non banale concetti complicati, senza fomentare il panico”. E senza subire la propaganda.
Ci sono invece corrispondenti dall’Ucraina: “Un paese che ci ricorda il nostro passato” hanno detto i giornalisti finlandesi, riferendosi al fatto che la Finlandia è finita più volte nelle mire espansionistiche dalla Russia (conquistata da quest’ultima, raggiunse l’indipendenza nel 1917, ma dovette difendersi nuovamente durante la Guerra d’inverno del 1939).
In redazione ci sono 3-4 giornalisti che parlano correntemente russo, guardano i media russi e possono intervistare – con le cautele del caso – i russofoni che sono arrivati in Finlandia.
“È importante un corretto utilizzo delle parole soprattutto in questi casi – ci hanno spiegato – noi stiamo molto attenti, parlando di Putin o del Cremlino e non dei russi in generale, perché sappiamo che molti sono contrari a questa guerra”.
Ma i finlandesi sono preoccupati per questa situazione? “Non siamo sorpresi – dribblano – ma molto ben preparati”.
Per quanto riguarda le altre notizie e gli approfondimenti portati avanti da Mtv, da sottolineare l’impegno sul fronte dell’istruzione e dell’alfabetizzazione mediatica. Due le inchieste che di recente hanno fatto più discutere: una incentrata sul fatto che molti bambini di età inferiore a 12 anni in Finlandia, sebbene in teoria non possano, di fatto hanno un account sui social media. Cosa cercano? I giornalisti lo hanno chiesto direttamente a loro: “Ci hanno risposto con onestà e spontaneità, dovremmo ascoltare di più i bambini” hanno raccontato i colleghi.
L’altra inchiesta riguarda le selezioni per lavorare nel ramo dell’istruzione: in Finlandia c’è carenza di insegnanti e i giornalisti di Mtv, dopo aver inviato curriculum falsi, sono stati chiamati in ben tre scuole senza alcuna domanda né verifica.
COUNCIL OF MASS MEDIA: L’AUTOREGOLAMENTAZIONE DEI GIORNALISTI
L’ultimo appuntamento della giornata è stato con Eero Hyvönen del Council of Mass Media (Julkisen sanan neuvosto), l’organismo di autoregolamentazione dei giornalisti in Finlandia.
Bene chiarire che innanzitutto in Finlandia, a differenza dell’Italia, non esiste un ordine dei giornalisti e ognuno può esercitare la professione lavorando nei media: insomma, “giornalista è chi giornalista fa”. Non c’è neanche bisogno di particolari licenze o permessi per avviare una testata giornalistica.
Parlando di ciò che dai media viene veicolato, la legge finlandese non regola i contenuti bensì solo eventualmente il diritto di replica e di rettifica. Se una richiesta di rettifica o di replica viene respinta, la persona che l’ha presentata può rivolgersi al tribunale distrettuale, ma è una circostanza molto rara. È molto più frequente, piuttosto, presentare un reclamo al Council of Mass Media (CMM).
Il sistema di autoregolamentazione finlandese è creato e gestito dagli stessi giornalisti ed editori che insieme hanno fondato un’associazione di supporto al CMM, la Jusanek, che finanzia l’80% del bilancio (mentre del restante 20% se ne occupa il Ministero della Giustizia) e si occupa di decidere in merito al codice etico che viene però interpretato in modo indipendente dal Council of Mass Media.
A proposito di etica, le linee guida per i giornalisti consistono in 37 regole, alla base delle quali ci sono l’indipendenza e l’integrità editoriale. Le regole riguardano l’ottenimento e la pubblicazione delle notizie, i diritti dell’intervistato e di replica, la dignità, la privacy e la pubblicità, le rettifiche, e una speciale attenzione ai contenuti autopubblicati dagli utenti.
Interessante è notare che dal 2019 il numero di reclami sporti al CMM: dal 2019, il numero quasi triplicato da 250 a 739 (nel 2023) e 686 nel (2024). Dunque sono aumentate le lamentele, ma allo stesso tempo anche la fiducia nei media.
Secondo un report di Reuters, nel 2020 con la pandemia c’è stato un calo vertiginoso di fiducia nei media (solo il 56% pensava di potersi fidare di gran parte delle notizie, un numero molto basso rispetto al 68% del 2015). Ma negli ultimi anni è tornato saldamente al 69%.

Per concludere la giornata, non poteva mancare una visita alla fortezza marina di Suomenlinna, edificata su un arcipelago di sei isole, patrimonio dell’umanità Unesco. Una fortezza voluta dal governo svedese per proteggere il paese contro l’espansionismo russo, prima chiamata Sveaborg e poi rinominata Suomenlinna (castello della Finlandia) nel 1918, in concomitanza con la dichiarazione d’indipendenza della Finlandia dalla Russia.


