ERASMUS+ 25 Helnsinki John Helin

Alfabetizzazione mediatica a Helsinki – Giorno 3

A cura di Vimal Carlo Gabbiani

 

AI or Not, Suncalc, Forensically. Non sono i titoli di serie tv di successo ma i nomi di alcuni degli strumenti interattivi che ogni giornalista dovrebbe conoscere.

La terza giornata di Erasmus è stata particolarmente ricca di incontri, e in tutti è risuonato soprattutto un concetto, quello della responsabilità applicata alla professione. Alla mattina le visite all’Unione dei giornalisti finlandesi, a Mediapooli e News Media Finland hanno fatto fare a molti di noi alcune riflessioni su quanto nel paese in cui siamo ospiti gli organismi di rappresentanza e di controllo siano molto più agili e snelli se paragonati al nostro caro e vecchio Ordine, al confronto un vecchio pachiderma. Ma è al pomeriggio, quando la teoria lascia spazio alla pratica, che il concetto di responsabilità si fa un concreto, diventa visibile e tangibile. L’occasione è un laboratorio di geolocalizzazione organizzato in un’aula di quel gigantesco castello fatato che è la Oodi Library. Il nostro Virgilio in questa esperienza si chiama John Helin, a cui bastano poche parole introduttive per farci capire che sotto le sembianze di un simpatico e rotondo giovanotto si nasconde in realtà un implacabile fact-checker, specializzato per di più in analisi militare. Ci vengono sottoposte delle foto e dei video, e ci viene richiesto di verificare se sono false o vere, genuine o adulterate. John ci fornisce via via gli strumenti per decriptare le immagini e come dei veri detective riusciamo a geolocalizzare, grazie alla presenza dell’alveo di un torrente, il luogo di un’azione offensiva russa in territorio ucraino o a scoprire che da una foto che ritrae una meeting operativo alla Casa Bianca è stato cancellato il dossier appoggiato al centro della scrivania.

In alcuni casi la modifica realizzata attraverso l’intelligenza artificiale è evidente, in altri è quasi indecifrabile. E con il progresso della tecnologia, in un futuro che in molti casi è già presente, sarà praticamente impossibile distinguere senza un’indagine accurata un’immagine reale da una creata artificialmente. Uno scenario per certi versi inquietante, soprattutto oggi dove una foto o un video possono fare in meno di un’ora il giro del mondo suscitando enormi ondate emozionali in grado accendere paure ed entusiasmi. Ci mette in guardia il simpatico John che sembra uscito da un fumetto, “verificate sempre ogni cosa – ripete – non abbandonate mai lo spirito critico” e tutti noi conveniamo su quanto abbia ragione. È un richiamo forte, alla faccia di chi aveva profetizzato per il giornalista un ruolo solo di commentatore, di analista a posteriori, sorpassato dalla velocità delle fotocamere dei telefonini in grado da sole di raccontare in diretta la realtà diffondendola instantaneamente sui social network. “Non è così – dice John – il giornalista ha oggi più di ieri il compito di stabilire cosa è vero e cosa è falso, cosa è inventato e cosa è reale. Non venite mai meno a questa responsabilità a cui il nostro mestiere ci chiama ogni giorno”.