La Liguria torna a Bruxelles
A cura di Luca Bartesaghi, Fabrizio Dellepiane, Francesco Margiocco
Bruxelles. Sono lontani i tempi e i fasti di casa Liguria, acquistata all’inizio del millennio, dalla giunta di Sandro Biasotti e poi rivenduta dalla prima giunta di Claudio Burlando per ripianare il bilancio regionale.
La regione Liguria è tornata da pochi mesi con una presenza più qualificata nei locali di Rue de Trone, a pochi passi dal Parlamento europeo.
La parola d’ordine di oggi – dichiara Massimiliano Nannini, contrammiraglio, già direttore dell’istituto idrografico militare della Marina Militare e da novembre 2024, capo di gabinetto del presidente Bucci- è condivisione -partager in francese- degli spazi con le regioni vicine, in particolare Piemonte e Liguria, ma anche i cugini francesi della Provenza Costa Azzurra e della regione del Rodano e di Lione.
Ma quali sono i compiti dell’ufficio ligure a Bruxelles? Perché un governo locale deve esser presente nella capitale d’Europa? Che vantaggi e ricadute ci sono per un cittadino della Vallecrosia piuttosto che di Cornigliano o Castelnuovo Magra dalla presenza ligure in Belgio?
Noi siamo qui per saltare sui treni delle opportunità – dice Claudio Pecoraro, da pochi mesi assunta da Regione Liguria per il suo ufficio brussellese-, raccogliere le informazioni sui bandi e i finanziamenti europei ancor prima che siano pubblicati sulla gazzetta europea e farli conoscere alle piccole e grandi realtà territoriali liguri (comuni, province, camere di commercio, imprese, ecc.).
L’ufficio di diretta dipendenza di Nannini fa riferimento alla dirigente del settore affari europei e internazionali Laura Muraglia e ha una squadra dedicata a Bruxelles, composta da Claudia Pegoraro, Nadia Galluzzo e Sonia Sportiello. I costi vivi della struttura sono “contenuti” precisa Nannini. Si parla di circa 30.000 euro annui un investimento ragionevole rispetto alle opportunità di intercettare fondi. La spesa per il personale è a parte. Per velocizzare l’assunzione dei nuovi collaboratori – dice il capo di gabinetto- abbiamo scelto contratti interinali, ma andremo a una uniformizzazione con gli altri dipendenti regionali.
In questo momento storico il ruolo delle regioni nell’Unione Europea viene messo in discussione.
Nella Pac, politica agricola comune, ad esempio -s piega Pier Virgilio Dastoli, storico collaboratore di Altiero Spinelli, durante un incontro coi giornalisti a Bruxelles- è in atto un tentativo di nazionalizzazione dei bilanci.
Come è accaduto per il Next Generation EU, in cui i finanziamenti sono stati distribuiti sulla base di piani nazionali, il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per l’Italia, così accadrebbe in agricoltura. Questo tentativo- continua Dastoli- vede l’opposizione sia degli agricoltori, sia delle Regioni. Queste ultime, in numero di ben 160, si stanno coalizzando al di là del colore politico per opporsi al progetto che le scavalcherebbe nel rapporto con l’Europa. E’ un esempio della necessità della presenza regionale a Bruxelles <In futuro avremo sempre meno fondi dal governo nazionale – evidenzia Nannini- e dovremo diventare sempre più bravi nel reperirli qui.
Attraverso il comitato europeo delle Regioni facciamo sentire la nostra voce – sostiene Pecoraro-qui in Europa, svolgendo un compito di lobby o meglio advocacy rispetto alle esigenze del nostro territorio, bello ma anche fragile.I settori chiave su cui si concentra l’attività dell’ufficio ligure includono transizione verde, adattamento climatico, economia circolare, digitalizzazione e cybersecurity, sanità, invecchiamento attivo, trasporti e turismo sostenibile.
In questo momento uno dei programmi su cui siamo molto attivi- dice Nadia Galluzzo – è il new european Bauhaus, costola del Green Deal, programma simbolo della prima commissione Von der Leyen (2019-2024). Scopo del programma è la riqualificazione di edifici e spazi pubblici per promuovere uno stile di vita sostenibile economicamente, socialmente e ambientalmente, in una parola inclusivo>
Queste nuove opportunità legate al Bauhaus sono state già presentate in eventi nelle quattro province liguri. La nostra difficoltà – sottolinea Laura Muraglia- è trasferire queste opportunità alle piccolE realtà comunali liguri, spesso non dotate delle strutture e del personale necessario; i nostri uffici a Genova e Bruxelles possono fornire supporto anche direttamente.
L’invito che parte da Muraglia è quello di contattare la rappresentanza ligure a Bruxelles. Come? I nostri uffici belgi rispondono sempre, ai due numeri telefonici 010 5488265 o 010 5488266, assicura la dirigente regionale.